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Questo studio affronta la problematica delle organizzazioni museali nel XIX secolo, a Parigi in particolare, e si sofferma sull’eredità simbolica del Musée des antiques, attraverso l’opera critica e di prosa di Théophile Gautier, raffinato interprete del suo tempo e tra i primi a prendere la parola con convinzione nel dibattito giornalistico. Il discorso portato avanti sulla stampa, in veste di critico, è coerente nel tempo, sistematico nella visione d’insieme e plaude alle nuove conquiste di spazi pubblici, in cui salvaguardare le opere, imparare dalle lezioni dei grandi del passato e sostenere i nuovi artisti meritevoli. Il suo esempio ci permette di entrare nel laboratorio di scrittura creativa, con le elaborazioni di queste idee nella finzione letteraria, attraverso le fantasmagorie archeologiche, il sistema di citazioni manifeste e latenti, le ekphrasis, le analogie, i décors. La narrazione di Gautier, preziosa, onirica, intimistica ma anche lucida, documentata, critica, rende conto di cambiamenti profondi e di esigenze sempre più pressanti e ineludibili nella concezione dei Musei in Francia e nel resto d’Europa. La parcellizzazione del collezionismo e lo spostamento della committenza furono, in qualche misura, il nucleo generatore dei primi assetti museali e costituiscono un vero e proprio réservoir di informazioni per le diverse tipologie di scrittura. Il percorso sviluppa e approfondisce le questioni emergenti, con un attento e sistematico confronto testuale, attraverso riferimenti specifici al Louvre, al musée du Luxembourg, a quelli dell’Europa, soprattutto Italia e Grecia, veri e propri ‘musei a cielo aperto’. Nella sezione conclusiva sono inseriti alcuni studi di Gautier strutturati attorno a questi argomenti: Le Musée ancien, La Galerie française, Le Musée des antiques, Le Musée français de la Renaissance, Le Musée espagnol, La Galerie du Luxembourg, Les Musées de province, Le Musée de Tours, La nouvelle Pinacothèque, Les cinq nouveaux tableaux espagnols du Musée du Louvre.

Cettina Rizzo è professoressa di Letteratura francese presso il Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Ateneo di Catania. I suoi campi di ricerca sono: le relazioni tra arti e scritture nel XIX secolo, teorie e pratiche delle traduzioni letterarie, la drammaturgia francofona contemporanea, le scritture della migrazione. Coordina diversi progetti con il Maghreb, è membro del Direttivo della SICL, Società di Comparatistica Letteraria, dirige il Laboratorio ‘Tradurre per la scena’ e la collana di traduzioni “Recommencements”. Tra le sue principali pubblicazioni: ‘Masques et Visages’ del Pierrot. La metamorfosi di un mito, 2003; Le voleur de feu. Bufalino e le ragioni del tradurre, 2005 (a cura di); Le arti minori nei Contes di Champfleury, 2006; José Pliya, Teatro. Testi e traduzioni, con inediti (1990-2004), 2007; Le collectionnisme au XIX siècle: Théophile Gautier et les Préfaces aux catalogues des ventes aux enchères, 2015; L’original et ses copies. Imitation et falsification entre arts et écritures (1792-1910), 2016; Recommencements, la Traduzione letteraria tra ‘Esperienze e Riflessioni’, 2018; Théophile Gautier e il fascino della statuaria: “le Roi Candaule” e le collezioni Clésinger, edizione critica, 2019; Migrazioni. Storie, Lingue e Testimonianze, 2020 (a cura di).

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