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Il presente testo riproduce integralmente e senza modifiche la tesi di laurea in Filosofia presentata dall’autore nell’ottobre del 1966 all’Università Statale di Milano. L’accoglienza non fu benevola, dal momento che la maggior parte dei componenti della Commissione, a quel tempo sensibili all’egemonia culturale del PCI, giudicò negativamente la rivalutazione, contenuta nella tesi, dell’interpretazione della rivoluzione russa allora sviluppata dai socialisti riformisti (in particolare da Filippo Turati e Rodolfo Mondolfo) e la parallela analisi critica di quella fornita dai socialisti «rivoluzionari» (in particolare da Antonio Gramsci), negli anni 1917-1919.
Occorre tener presente che, nella prima metà degli anni Sessanta, il dibattito politico-culturale a sinistra, o meglio in quella parte della sinistra allora egemonizzata dal PCI, fu dominato dall’operazione di rilancio del pensiero di Gramsci, condotta attraverso la rilettura dei Quaderni del carcere, volta a dare basi teoriche alla togliattiana «via italiana» al socialismo, in aperta ed aspra polemica con il PSI di Pietro Nenni, erede della tradizione riformista.
La Commissione, dunque, ritenne di dover difendere Gramsci a prescindere, anche il Gramsci idealista-soreliano di quegli anni, non entrando nel merito delle argomentazioni contenute nella tesi, pur documentate minuziosamente, e anzi criticando con saccente supponenza le posizioni dei socialisti gradualisti.
La storia del Novecento, con le sue lunghe propaggini nel XXI secolo, che giungono fino all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin, ha poi mostrato quanto più realistica e lungimirante sia stata la valutazione della rivoluzione bolscevica data dai riformisti e quanto utopistica e illusoria quella di Gramsci.

Orazio Niceforo, nato a Milano nel 1939, laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Milano. Esperto di politica scolastica, autore di testi sulla storia della scuola italiana, dirigente dell’ufficio scuola del PSI dal 1978 al 1993, membro dell’assemblea nazionale del PSI, candidato al Senato nelle elezioni del 1992, presidente del Consiglio nazionale della FNISM. Ha fatto parte del Consiglio direttivo del CNITE (Comitato Nazionale Italiano Tecnologie Educative) e della Commissione italiana dell’Unesco (1989-1992). Membro del Consiglio direttivo del CEDE (Centro Europeo dell’Educazione), poi Invalsi, dal 1991 al 1999.  Direttore responsabile della rivista trimestrale “Scuola democratica” insieme a Luciano Benadusi dal 1982 al 2001 e membro del Comitato scientifico della nuova serie della stessa dal 2010. Redattore della rivista “Tuttoscuola”. Vicepresidente della SICESE (Sezione Italiana della Comparative Education Society in Europe). Docente di Sistemi scolastici contemporanei all’Università di Roma Tor Vergata.
Tra le sue pubblicazioni, La scuola privata (Roma, 1986), Profilo di una scuola possibile (Pisa, 1989), La scuola dell’Ulivo (Roma, 2001), La scuola italiana nella Seconda Repubblica (Roma, 2008), Da Berlinguer a Gelmini. Come (non) cambia la scuola (Roma, 2010),  Da Gelmini a Fedeli. Scuola e politica dal 2011 al 2017 (Roma, 2018) Scuola e politica. Lessico essenziale della politica scolastica (Roma, 2021).

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