Nel susseguirsi di ricorrenze e anniversari legati alla Grande guerra (’14-’18), la storiografia, in Italia e all’estero, ha ragionato a lungo e a fondo sulla scala mondiale del conflitto, sull’ampiezza degli scontri, sull’altissimo numero delle vittime e sull’enorme portata dei cambiamenti politici, sociali ed economici che esso comportò. Tuttavia, c’è un altro aspetto tragico, un’eredità dolorosa che la guerra ha lasciato alla società europea ed extraeuropea, su cui è necessario riflettere: l’impatto umano e il radicato senso di perdita che permearono la vita di milioni di individui per molte generazioni successive. Ed è stato il Milite Ignoto, un simbolo intriso di significato psicologico, politico, sociale e culturale, a incarnare in modo straordinario le implicazioni legate al processo di elaborazione del lutto, sia a livello individuale che collettivo. A partire dalla solenne traslazione del corpo del Soldato Ignoto dalla Basilica di Aquileia a Roma e dalla sua tumulazione alla base dell’Altare della Patria, con il presente volume si offre un quadro ampio e articolato dei riti e delle liturgie che, in molti Paesi, hanno cercato di offrire un riparo simbolico allo spaesamento emotivo del dopoguerra. Mai come in questo caso, la storia culturale e sociale delle emozioni ha saputo aprire varchi importanti nella comprensione della storia politica del secolo alle nostre spalle, dimostrando come i luoghi, le forme e i linguaggi del culto dei caduti del passato abbiano plasmato il presente dei vivi.
Barbara Bracco è professoressa ordinaria di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università degli Studi Milano-Bicocca. I suoi principali interessi di ricerca riguardano la politica estera italiana, la storiografia, i sistemi propagandistici, le rappresentazioni delle identità nazionali e i processi di costruzione della memoria collettiva. Ha lavorato, e lavora anche attualmente, in progetti di ricerca sui temi della memoria e dell’identità nazionale in età liberale e nella Grande guerra. Tra le sue pubblicazioni si ricordino La patria ferita. I corpi dei soldati italiani e la Grande guerra (Giunti, 2012) e, per i tipi di Biblion edizioni, Milano nella Grande guerra. La memoria dei caduti e il Cimitero Monumentale (Milano, 2015).
Andrea Ungari è professore ordinario di Storia contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell’Università Guglielmo Marconi di Roma, dove insegna anche Storia delle relazioni internazionali, e docente a contratto di Teoria e Storia dei Partiti presso la Luiss Guido Carli. Il suo principale campo di interesse è la storia d’Italia dal periodo liberale a quello repubblicano, con particolare attenzione per i fenomeni di carattere politico, militare e culturale. Si occupa anche di questioni di geopolitica, con un particolare riferimento alla regione del Mediterraneo. É direttore e membro del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Tra le sue ultime pubblicazioni: F. Anghelone – A. Ungari, Atlante Geopolitico del Mediterraneo 2023 (Bordeaux, 2023); C. Armenteros – A. Ungari, (eds.) A Companion to Italian Constitutional History (1804-1938). The House of Savoy and the Making of the Nation-State (Brill, 2023).