L’internamento dei civili italiani durante la seconda guerra mondiale fu un evento diffuso e non meno drammatico della prigionia dei militari, anche se di proporzioni numeriche inferiori e spesso poco noto. In questo saggio si delinea la storia dimenticata di circa 1.400 marittimi appartenenti a 29 navi italiane, che si trovavano nei porti americani al momento dell’entrata in guerra dell’Italia. I marittimi civili, costretti da ordini militari del governo fascista a sabotare le navi per evitarne l’utilizzo da parte delle potenze alleate, subirono le gravi conseguenze di tale azione: furono processati dalle autorità statunitensi, incarcerati e infine internati a Fort Missoula, in Montana, dal 1941 al 1944. Le loro vicende e identità, le fasi e le condizioni dell’internamento, i rapporti con la società americana, il complesso quadro politico-diplomatico internazionale in cui i fatti si inseriscono sono stati ricostruiti dall’autore attraverso il reperimento e l’indagine di molteplici fonti inedite, provenienti da archivi italiani ed esteri, da raccolte memorialistiche private, che hanno contribuito a far emergere una realtà storica ignorata, ricca di angolazioni e di dettagli umani.
Flavio Giovanni Conti, storico e saggista, studia da anni il tema della prigionia durante la seconda guerra mondiale. Ha pubblicato: I prigionieri di guerra italiani 1940-1945 (1986); I prigionieri italiani negli Stati Uniti (2012); Prigionieri di guerra italiani in Pennsylvania 1944-1945 (con Alan R. Perry, 2018); Hereford. Prigionieri italiani non cooperatori in Texas (2021), editi da Il Mulino. Negli Stati Uniti ha pubblicato, con Alan R. Perry, Italian Prisoners of War in Pennsylvania: Allies on the Home Front, 1944, 1945, Fairleigh Dickinson University Press (2016); World War II Italian Prisoners of War in Chambersburg, Arcadia Publishing Co. (2017).
