Nuova uscita nella collana “Biblion Università”: Corso di culture politiche. Liberalismo, nazionalismo e socialismo fra rivoluzione industriale e globalizzazione, di Paolo Borioni, Pierluigi Marinucci e Domenico Romano.
Nel testo liberalismo, nazionalismo e socialismo sono considerati nel loro evolversi e nella loro complessità ideologica, programmatica, organizzativa: dunque come culture, non come dottrine politiche. Il fine è individuare come abbiano rielaborato contenuti e atteggiamenti, specie su economia, istituzioni, reclutamento delle classi dirigenti, rappresentanza sociale. Le svolte fondamentali considerate sono la rivoluzione industriale (che genera il socialismo di massa, conduce il nazionalismo all’imperialismo e rimodula il liberalismo del laissez-faire); la crisi capitalista fra le due guerre (che produce il nazionalismo fascista, ma anche la revisione vincente di socialismo e neoliberalismo) e i decenni recenti (fra Ue, prevalenza del neoliberalismo globalizzato, rinascita dei nazionalismi e nuove ragioni di critica socialista). Insomma si sintetizzano le traiettorie transnazionali delle grandi culture politiche dinanzi ai traumi delle trasformazioni capitaliste e alle nuove correnti politiche (femminismo, ambientalismo e populismi).
«Pur tenendo in grande considerazione le modalità di organizzazione e radicamento dei diversi partiti e movimenti, nel nostro caso la cultura politica non è intesa in modo prettamente politologico, o sociologico. Essa è intesa come evoluzione storica plastica e concreta di un’ideologia, a sua volta discendente da un complesso di teorie politico-filosofiche generate dall’interazione dei gruppi sociali con il contesto coevo. Nella modernità, a sua volta, l’esperienza mutevole e interattiva delle culture politiche ci pare particolarmente intrecciata alle problematiche scaturite dall’assetto economico capitalistico e dal suo impatto sul lavoro salariato o dipendente. Oltre a questo, anche l’esperienza di far parte di una istituzione quale lo Stato-nazione è essenziale per gli europei ma, secondo la nostra impostazione, non in modo prioritario, e comunque in modi strettamente riconducibili alle esperienze esistenziali e agli interessi vitali di chi agisce, investe e, nella maggior parte dei casi, semplicemente lavora per vivere in un mercato capitalista».
Paolo Borioni insegna presso il Dipartimento Coris – Comunicazione e Ricerca sociale della Facoltà di Scienze politiche della Sapienza ‒ Università di Roma. Si è formato, tra l’altro, presso le Università di Copenaghen ed Helsinki. Si occupa soprattutto di socialismo europeo, storia nordica, storia del welfare. Collabora o ha collaborato con Fondazione Giacomo Brodolini, Fondazione Gramsci, Istituto Italiano Studi Germanici, Friedrich Ebert Stiftung, Center for Nordic Studies dell’Università di Helsinki.
Pierluigi Marinucci, cultore della materia presso la cattedra di Storia delle culture politiche, Dipartimento Coris della Sapienza ‒ Università di Roma, ha conseguito un Dottorato di ricerca in Filosofia politica presso l’Università di Palermo. Visiting researcher presso il Centre for Nordic Studies dell’Università di Helsinki, è stato borsista presso l’Istituto Italiano di Studi Germanici.
Domenico Romano, cultore della materia presso la cattedra di Storia delle culture politiche, Dipartimento Coris della Sapienza ‒ Università di Roma, ha lavorato presso il Parlamento italiano e presso il Parlamento europeo, come ricercatore presso l’istituto di ricerca Eures; già borsista presso l’Istituto Italiano Studi Germanici e la Fondazione Gramsci.